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Luglio 2023 / INVESTMENT INSIGHTS

Quale direzione per i mercati azionari?

Cinque forze che definiscono il ciclo azionario.

Punti essenziali

  • I mercati azionari si stanno già concentrando sul momento in cui finirà l’inasprimento monetario. E la storia ci insegna che questo avverrà solo quando l’inflazione scenderà in modo duraturo sotto i livelli dei tassi d’interesse.
  • Con la fine dell’era degli stimoli, l’andamento dei rendimenti azionari sarà probabilmente diverso rispetto agli ultimi anni, sottolineando le necessità di un approccio più ampio e, a volte, contrarian.
  • Nella prossima fase del ciclo azionario, l’approccio premiante sarà probabilmente costituito dalla ricerca di società in grado di resistere alle pressioni sui margini e di mantenere costante la crescita degli utili.

I mercati azionari sono andati bene quest’anno, ma la maggior parte dei guadagni è concentrata nei titoli tecnologici mega-cap USA. Intanto, la Federal Reserve statunitense (Fed) sembra decisa a mantenere la rotta fino a quando l’inflazione non mostrerà concreti segnali di declino. Con i mercati azionari che diventano sempre più complessi, gli investitori devono fare i conti con una serie di eventi estremi inconsueti e dal forte impatto. Di seguito, esaminiamo cinque forze che saranno decisive nel plasmare la prossima fase del ciclo azionario.

La fine degli stimoli

Con la stretta monetaria operata dalla Federal Reserve statunitense e da altre banche centrali (Figura 1) per far fronte ai postumi inflazionistici della pandemia di coronavirus, è estremamente improbabile che si torni a un mondo trainato dagli stimoli, visti gli evidenti rischi posti dall’incremento dei prezzi. Si tratta di un aspetto importante da una parte perché gli stimoli hanno svolto un ruolo determinante nell’incremento dei prezzi degli asset nell’ultimo decennio, e dall’altra perché il mercato prevede tagli sostanziali dei tassi d’interesse agli inizi del 2024.

La sfida cui devono far fronte le banche centrali è evidente nella recente forza dei mercati azionari. Malgrado i tentativi aggressivi della Fed di reprimere le pressioni inflazionistiche attraverso la rimozione degli stimoli e l’attuazione di uno dei cicli di rialzo dei tassi più rapidi della storia, l’economia globale è talmente gonfia di denaro che la liquidità residua è sufficiente a creare inflazione nei prezzi degli asset. L’aggressività delle politiche ha creato le premesse per il verificarsi di eventi rischiosi, come lo hanno dimostrato i recenti fallimenti bancari negli Stati Uniti. Tuttavia, a dispetto della decelerazione dell’economia e dei timori per i rischi di credito, abbiamo assistito a un’inversione di tendenza rapida da parte degli investitori, con il passaggio in un breve arco di tempo da una fase estremamente ribassista a una rialzista. Incurante dei rischi di un rapido ritiro della liquidità, la Fed appare risoluta nel suo obiettivo di deflazionare l’economia. La sua capacità di gestire la riduzione dell’inflazione in modo ordinato potrebbe però essere messa alla prova nella prossima fase del ciclo.

Cinque forze che definiscono il ciclo azionario.

Gli investitori devono confrontarsi a una serie di eventi estremi

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A scopo esclusivamente illustrativo.

Fonte: T. Rowe Price.

Decelerazione economica e atterraggio (duro o morbido?)

Un’insolita caratteristica di questo ciclo di mercato è la mancanza di sincronia. Di norma, le strette monetarie provocano una decelerazione simultanea degli investimenti, delle spese e delle assunzioni, con l’effetto complessivo di una deflazione su larga scala. In questo ciclo, invece, i salari hanno continuato a crescere e i consumi sono rimasti solidi, anche se l’economia è rallentata.

Oltre a questo, non abbiamo assistito ad alcun effetto significativo sul ciclo del credito e, sebbene vi siano dei piccoli segnali che la disoccupazione sia in aumento, il sentiment delle imprese rimane relativamente solido, data la robustezza con cui i bilanci sono entrati nel ciclo di inasprimento. Ne emerge che il mercato del lavoro è straordinariamente teso, nonostante la Fed cerchi di indurre un aumento della disoccupazione. Questa mancanza di sincronia spiega in parte l’andamento particolarmente positivo dell’economia statunitense a fronte di una stretta monetaria così aggressiva. Ma nei prossimi trimestri questa situazione potrebbe tradursi in un aumento dell'inflazione, o almeno in un’inflazione più vischiosa.

Riduzione drastica degli stimoli

(Fig. 1) Dopo la recente crisi bancaria statunitense, gli stimoli tornano a diminuire.

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As of May 31, 2023.

Lo stimolo globale rappresenta l’ammontare dello stimolo fiscale nel sistema finanziario generato dalle banche centrali mondiali.

Non vi è alcuna garanzia che le previsioni formulate si verifichino. I risultati effettivi possono variare.

Fonti: Bloomberg Index Services Limited. Bloomberg Finance L.P. Federal Reserve statunitense,  Dipartimento del tesoro statunitense, Banca centrale europea, Bank of Japan e Banca dei regolamenti internazionali. Analisi dei dati di T. Rowe Price.

La riduzione dell’inflazione comporterà potenzialmente un calo della crescita economica (Figura 2), ma si tratta chiaramente dell’opzione privilegiata da una Fed ormai presa tra l’incudine e il martello. Ad ogni modo, la morbidezza con cui l’atterraggio sta avvenendo, per il momento, sta avendo un effetto calmante sui mercati azionari.

Scarica l’articolo completo in inglese qui: (PDF)

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