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Luglio 2023 / ASSET ALLOCATION VIEWPOINT

Asset allocation globale: Lo scenario visto dall'Europa

Scopri gli ultimi temi di mercato globali

1. Prospettive di mercato 

  • Il contesto macro globale è disomogeneo, con alcune regioni che stanno mostrando maggiore resilienza di fronte alle condizioni finanziarie più rigide, anche se la tendenza generale punta ancora verso un rallentamento della crescita nella seconda metà dell'anno.
  • L'economia statunitense sorprende in positivo, mentre l'Europa sta scivolando in una recessione mite, che mette in difficoltà la Banca centrale europea (BCE) vista l'inflazione ancora elevata. Intanto l'auspicata spinta globale generata dalla riapertura della Cina sta deludendo le aspettative, tanto da stimolare altre misure di sostegno.
  • Le banche centrali mondiali probabilmente sono ormai vicine al picco del ciclo di contrazione, ma con l'inflazione che si sta rivelando più vischiosa in alcune regioni, restano vigili tenendosi pronte a compiere altri passi verso il restringimento del credito, in base alle tendenze emergenti dai dati.
  • I rischi principali per i mercati globali includono un rallentamento della crescita più pronunciato del previsto, qualche passo falso delle banche centrali, l'inflazione persistente e le tensioni geopolitiche.

2. Posizionamento del portafoglio 

Al 30 giugno 2023

  • Manteniamo un posizionamento prudente, con un sottopeso su azioni e titoli di Stato a favore della liquidità. L'azionario rischia di essere penalizzato dall'economia in frenata e dagli utili più fiacchi, mentre l'inflazione ostinata potrebbe perpetuare la vulnerabilità delle obbligazioni a ulteriori rialzi dei tassi da parte delle banche centrali. Il cash offre liquidità in un contesto incerto, insieme a rendimenti tuttora allettanti.
  • Sul versante azionario, abbiamo ridotto la lieve sovraesposizione ai titoli globali non USA e al momento manteniamo un posizionamento neutrale fra gli Stati Uniti e gli altri mercati globali. Nonostante le valutazioni relative ancora favorevoli al di fuori degli Stati Uniti, l'avanzamento più lento dell'economia in Europa e la spinta meno vigorosa dalla Cina potrebbero pesare sui mercati non USA, mentre quelli statunitensi hanno buone probabilità di essere favoriti dall'orientamento alla crescita meno ciclica e più difensiva, oltre che dalle recenti tendenze nell'intelligenza artificiale (AI).
  • In ambito obbligazionario, sono sovraponderati i settori remunerativi come l'high yield, il credito investment grade europeo e i governativi dei mercati emergenti, con bilanciamento della duration tramite l'esposizione a titoli di Stato legati all'inflazione.

3. Temi di mercato 

Benzina finita

All'inizio dell'anno, sembrava che si stessero creando finalmente le giuste condizioni per una sovraperformance dei mercati non statunitensi, con la riapertura della Cina dopo i lockdown anti-Covid, la scongiurata crisi energetica in Europa grazie all'inverno mite, le pressioni inflative in calo, le aspettative di un dollaro più debole e le valutazioni decisamente più attraenti rispetto agli Stati Uniti. Poi però questi fattori di impulso sono svaniti: la ripartenza cinese ha dato una spinta meno vigorosa del previsto, mentre in Europa e Regno Unito l'inflazione si sta rivelando più ostinata, così i mercati al di fuori degli USA risultano sottoperformanti di oltre il 7% da inizio anno. Nel contempo, l'economia statunitense ha sorpreso in positivo su molti fronti, assistita dal mercato del lavoro ancora robusto, dalla resilienza dei consumi e dalla solidità del settore immobiliare. Considerando tanti altri fattori che offrono sostegno ai mercati USA, per non parlare dell'euforia legata all'AI, se la crescita economica globale dovesse tentennare nella seconda metà dell'anno, si può ragionevolmente ipotizzare che la sovraperformance degli Stati Uniti continui, favorita dalle caratteristiche difensive del paese. Per adesso, sembra che i mercati non statunitensi abbiano esaurito la benzina ed è difficile individuare catalizzatori a breve termine in grado di invertire la situazione.

Arresti domiciliari

La fiducia dei costruttori è balzata in territorio di espansione sull'onda di fattori come la forte domanda di consumi, i progressi nelle catene logistiche e soprattutto la concorrenza limitata da parte del mercato delle abitazioni esistenti. Con i tassi fissi sui mutui a 30 anni intorno al 7%, e quelli sui mutui in essere mediamente attestati ad appena il 3%, attualmente i proprietari hanno la sensazione di essere agli arresti domiciliari, senza alcuna intenzione di imbarcarsi nella spesa di un mutuo molto più alto. Questa dinamica ha ridotto enormemente lo stock di abitazioni esistenti, che in genere domina il mercato, creando un ambiente ideale per le vendite di nuove case e quindi per le imprese edili statunitensi. Al di fuori degli Stati Uniti, in paesi come il Regno Unito e il Canada, i proprietari di immobili non godono della stessa possibilità di evitare spese maggiori restando alla finestra, dato che da loro la quota preponderante dei mutui ha un legame più stretto con i tassi di mercato. Questa dinamica determina rate molto più alte per chi ha già un mutuo e tassi nettamente superiori per i nuovi acquirenti, contribuendo direttamente ad accentuare le pressioni inflazionistiche e la situazione di difficoltà in cui versano i consumatori. Dato che in queste economie il comparto immobiliare è un volano cruciale e rappresenta una quota consistente della spesa dei consumatori, le sole speranze di sollievo possono venire dal ribasso dei tassi, che probabilmente porterà con sé tutta un'altra serie di problemi.

Per una panoramica delle singole regioni, si rimanda alla versione integrale in inglese del rapporto (PDF).

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