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Asset allocation globale: Lo scenario visto dall'Europa

Scopri gli ultimi temi di mercato globali

Gennaio 2025

1.     Prospettive di mercato

  • Sebbene la crescita globale rimanga sostanzialmente resiliente, con un'inflazione che tende a diminuire, gli itinerari futuri varieranno a causa degli impatti incerti delle politiche, che creano divergenze.
  • Le aspettative di crescita degli Stati Uniti sono in aumento sulla scia di politiche pro-crescita, nonostante si tema che queste ultime possano risultare inflazionistiche e destabilizzare il recente trend di decelerazione dei prezzi. La crescita europea, britannica e giapponese rimane debole. I responsabili politici cinesi promettono ulteriori riforme e misure di stimolo, per sostenere l’economia nel 2025.
  • La Fed ha implementato un taglio con orientamento restrittivo, tornando a focalizzarsi sui timori inflazionistici, mentre verosimilmente la Banca centrale europea agirà più rapidamente, in uno scenario segnato da un’inflazione in calo e da una flebile crescita dell’economia. La Bank of England (BoE) probabilmente taglierà i tassi con frequenza trimestrale, me le sue decisioni potrebbero essere influenzate dalla recente volatilità registrata nel mercato dei Gilt. La Bank of Japan (BoJ) dovrebbe continuare a seguire il suo percorso divergente, con i dati in arrivo sull’inflazione che avvalorano ulteriori rialzi dei tassi. 
  • Tra i rischi principali per i mercati globali figurano l’elevata incertezza circa i cambi di passo delle politiche, i passi falsi delle banche centrali, le tensioni geopolitiche e una nuova accelerazione dell’inflazione.

2.     Posizionamento del portafoglio

Al  31 dicembre 2024

  • Manteniamo una lieve sovraesposizione alle azioni rispetto alle obbligazioni, alla luce delle favorevoli prospettive dei fondamentali, sebbene condizionate da considerazioni sulle valutazioni e da potenziali criticità sul lato delle politiche.
  • Nonostante le valutazioni azionarie siano nel complesso elevate, troviamo opportunità allettanti al di là dell’universo dei titoli growth large-cap, mentre le obbligazioni restano vulnerabili all’aumento dei tassi.
  • In ambito azionario, privilegiamo le aree del mercato più cicliche e orientate al value, sostenute dall’allentamento della politica monetaria e dalla crescita resiliente, soprattutto negli Stati Uniti, che potrebbero registrare un extra supporto grazie ai cambi di passo delle politiche
  • Restiamo sovrappesati sulla liquidità rispetto alle obbligazioni. I rendimenti della liquidità restano interessanti, anche se vanno monitorati in funzione dell’allentamento della politica monetaria della BCE.
  • In ambito obbligazionario, continuiamo a percepire valore nei settori a più alto rendimento, come il debito globale high yield e dei mercati emergenti. Nonostante le valutazioni siano elevate, i livelli dei rendimenti “all-in” restano interessanti e offrono un cuscinetto di protezione in caso di ampliamento degli spread. I fondamentali restano allettanti, in presenza di aspettative di default tuttora contenute.

3.     Temi di mercato

In cerca del segmento intermedio

Con il nuovo anno iniziato all’insegna del continuo predominio delle azioni large-cap statunitensi, trainate da una ristretta cerchia di titoli, gli investitori si chiedono di nuovo se e quando si registrerà un contributo a più ampio raggio del mercato. Abbiamo indubbiamente osservato dei trend intermittenti l’anno scorso, con la sovraperformance a luglio delle società a bassa capitalizzazione, quando i mercati si attendevano una Fed molto accomodante; tale trend è però svanito velocemente. Le small-cap sono tornate di nuovo alla ribalta dopo le elezioni USA, con la speranza di politiche a loro sostegno, come ad esempio la deregulation e l’abbassamento delle imposte sulle imprese, salvo poi tornare di nuovo in secondo piano, in concomitanza con il predominio delle large-cap verso la fine del 2024. In una fase in cui registriamo maggiori incertezze circa i cambi di passo delle politiche, l’inflazione, i tassi e le contromisure della Fed su questi tre fronti, le azioni mid-cap occupano una posizione di prim’ordine. Le valutazioni relative delle mid-cap restano interessanti rispetto alle large-cap; se paragonate alle small-cap, le società a media capitalizzazione risultano meno vulnerabili all’aumento dei tassi, generano più redditività e sono meno esposte ai settori concentrati. Siccome continuiamo ad aspettarci un mercato a trazione più ampia, il “segmento intermedio” dovrebbe avere le carte in regola per inserirsi da protagonista.

Ondeggiare tra due sponde

Solo pochi mesi fa, la narrativa della Fed in tema di allentamento monetario aveva iniziato a pendere verso la stabilizzazione del mercato del lavoro, evidenziando una buona dose di fiducia nel percorso di decelerazione dell’inflazione. In occasione della riunione tenutasi a dicembre, la Fed ha dato l’impressione di cambiare repentinamente il suo approccio, assumendo un orientamento più aggressivo sull’inflazione, pur abbassando i tassi. Il mutato orientamento, apparentemente improvviso, ha colto un po' di sorpresa i mercati; essi pensavano che per la Fed “dipendente dai dati” fosse necessario un mutamento più marcato del trend, prima di modificare così repentinamente il suo approccio. La riunione di dicembre è stata preceduta da un evento di grande rilevanza, l’esito delle elezioni presidenziali USA. I mercati hanno reagito rapidamente all’elezione di Trump, formulando delle considerazioni sugli impatti futuri dei cambi di passo delle politiche. Sembra che ora la Fed stia prendendo in considerazione i rischi insiti in tali cambi di passo, mentre si appresta ad assumere decisioni di politica monetaria, che potrebbero acuire ulteriormente l’incertezza sul percorso dei tassi.

 

Per un’analisi dettagliata per area geografica, si rimanda alla versione integrale del documento (PDF).

Mag 2025 Investment Insight

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