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Maggio 2023 / ASSET ALLOCATION VIEWPOINT

Global Asset Allocation: Viewpoint di maggio

Scopri gli ultimi temi di mercato globali

1. Prospettive di mercato 

  • Il rallentamento della crescita economica, il persistere dell'inflazione e il calo della liquidità ci impongono una certa cautela, sebbene la tenuta del mercato del lavoro, la solidità dei bilanci di famiglie e imprese e la riapertura della Cina rappresentino elementi positivi a fronte di un sentiment altrimenti negativo.
  • Prevediamo un ampliamento del divario tra le politiche monetarie, con la Federal Reserve (Fed) che dovrebbe sospendere i rialzi dopo maggio e la Bank of Canada che rimane ferma, mentre la Banca Centrale Europea e la Bank of England mantengono un orientamento aggressivo. Al contempo, permane una crescente incertezza riguardo alla Bank of Japan, la cui nuova leadership sta vagliando la possibilità di modificare la politica di controllo della curva dei rendimenti.
  • Tra i rischi principali per i mercati globali vi sono un netto calo della crescita, possibili passi falsi delle banche centrali, persistenza dell'inflazione, shock di liquidità e tensioni geopolitiche.

2. Posizionamento del portafoglio 

Al 30/04/2023

  • Manteniamo un approccio cauto, sottopesando azioni e titoli di Stato a favore della liquidità. I titoli azionari sono ancora vulnerabili al rallentamento dell'economia e all'indebolimento degli utili, mentre l'orientamento delle banche centrali sulla lotta all'inflazione, seppur moderato, rimane un potenziale fattore sfavorevole per le obbligazioni. Il cash offre liquidità in un contesto di incertezza e rendimenti ancora interessanti
  • Nel comparto azionario continuiamo a sovrappesare le aree del mercato sostenute da valutazioni interessanti, tra cui i titoli small/mid cap, il Giappone e i mercati emergenti.
  • Nell'obbligazionario abbiamo rafforzato l'high income globale, in considerazione dei rendimenti interessanti, e le obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti (EM), visti i livelli appetibili dei rendimenti e i livelli relativamente convenienti delle valute emergenti, che potrebbero apprezzarsi per effetto dell'indebolimento del dollaro USA a fronte di una riduzione dei differenziali di crescita e di tasso d'interesse, man mano che la Fed si avvicina al tasso terminale previsto. 

3. Temi di mercato 

In cerca di una direzione 

Benché la narrazione prevalente sul mercato sia quella dell'inevitabilità di una recessione, soprattutto negli Stati Uniti, i dati economici continuano a essere contrastanti, con elementi apparentemente sufficienti a sostenere sia le prospettive rialziste che quelle ribassiste. I rialzisti continuano a basarsi sulle prove di un mercato del lavoro ancora robusto, sui bilanci solidi delle famiglie e delle imprese, su pubblicazioni degli utili superiori alle attese e sui segnali di moderazione dell'inflazione tali da giustificare una pausa nell'inasprimento delle banche centrali. Al contempo, i ribassisti citano gli effetti ritardati dell'inasprimento delle banche centrali, le tensioni bancarie in alcune regioni, i dati manifatturieri in contrazione, l'inflazione ancora elevata e la curva dei rendimenti profondamente invertita come motivi principali dell'imminenza di una recessione più profonda. Pur concordando sul fatto che i dati rimangono contrastanti, il trend continuerà probabilmente a essere negativo anche nella seconda metà dell'anno, con un indebolimento dell'occupazione e una contrazione della crescita economica. Tuttavia, in questa fase, è difficile valutare la potenziale profondità e durata della contrazione, per cui manteniamo una certa cautela tenendo d'occhio i dati alla ricerca di indicazioni di una direzione futura.

Dove rifugiarsi? 

A dispetto del rallentamento della crescita economica e delle politica restrittiva aggressiva della Fed, il mercato del lavoro è rimasto resiliente, in particolare con un tasso di disoccupazione ancorato al 3,5%, ma alcune crepe sembrano formarsi. Se guardiamo in profondità, il picco della crescita salariale, il calo dei posti di lavoro disponibili e i dati contrastanti sulle richieste di sussidi di disoccupazione ci suggeriscono che il quadro occupazionale potrebbe essere in via di indebolimento. Anche le notizie sui recenti licenziamenti indicano una debolezza del mercato del lavoro, anche se la maggior parte di essi è concentrata nei settori tecnologici e finanziari a più alto reddito, mentre il mercato del lavoro a più basso reddito e legato ai servizi rimane teso. Si tratta di un trend insolito, frutto dello sfasamento della riapertura dopo il COVID, che ha creato una carenza di offerta di lavoro a fronte del ritorno della domanda di servizi. Malgrado questa dinamica ancora positiva, ci aspettiamo un ulteriore indebolimento del mercato del lavoro, come dimostrano le nostre ricerche sulle società di ricerca del personale che vedono un significativo rallentamento della domanda, tipicamente un'indicazione precoce di un peggioramento in atto. Questo dovrebbe essere un segnale gradito per la Fed, in quanto un mercato del lavoro meno teso ridurrà sicuramente le pressioni salariali e, in ultima analisi, contribuirà alla disinflazione.

Per un panoramica regione per regione, si rimanda alla versione integrale del documento (PDF).

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