Giugno 2023 / Outlook di metà 2023
Il reddito fisso è tornato?
Outlook di metà 2023 – Tema 2
Il forte aumento dei rendimenti obbligazionari dall'inizio del 2022 ha migliorato il potenziale di rendimento di molti settori del reddito fisso. Ma uno sbilanciamento aggressivo del portafoglio verso obbligazioni a più lungo termine appare ancora prematuro.
"Chiunque dica che le obbligazioni sono tornate, in senso universale, è un po' troppo ottimista", afferma Arif Husain, Reponsa. "Alcuni mercati obbligazionari sono tornati. Altri invece potrebbero tornare nel prossimo futuro”.
I rendimenti reali (al netto dell’inflazione) della maggior parte delle obbligazioni sovrane e dei titoli investment-grade non sono ancora positivi, osserva Husain. Inoltre, con la curva dei rendimenti americana vicina a un'inversione record a fine maggio (Figura 4), gli investitori che escono dai titoli del mercato monetario per indirizzarsi verso quelli a più lungo termine potrebbero essere fortemente penalizzati in termini di rendimento.
Le curve di rendimento negative rendono costoso allungare la duration2, soprattutto per gli investitori che prendono prestiti a breve per finanziare le posizioni lunghe sui bond, osserva Husain. "Si finisce per sacrificare il rendimento".
Con la curva dei rendimenti invertita, le obbligazioni a lungo termine sono più costose
(Fig. 4) Curva di rendimento del Treasury (10‑anno meno 3‑mesi)
In queste condizioni, aumentare in modo aggressivo la duration nel mercato del reddito fisso americano equivale a scommettere che la recessione sia vicina, sostiene Husain. "State dicendo: 'Penso che la Fed taglierà i tassi presto, e probabilmente in modo molto rapido'. Ma penso che sia prematura dirlo".
Page ritiene che un modesto aumento della duration potrebbe essere una mossa prudente per gli investitori che vogliono tutelarsi proprio da uno scenario di improvvisa recessione seguita da un rapido taglio dei tassi da parte della Fed.
Page fa notare che il Comitato di Asset Allocation di T. Rowe Price ha aumentato in misura modesta la duration nei suoi portafogli multi-asset, sia per cautelarsi contro uno shock di crescita sia per aumentare i ritorni potenziali nel caso in cui i rendimenti dovessero scendere in modo brusco. "Se si considerano le nostre posizioni tattiche, stiamo giocando sia in difesa sia in attacco".
Secondo Husain, l'aumento dei rendimenti potrebbe aver creato maggiori opportunità nel mondo dei corporate bond. Rendimenti compresi tra l'8% e il 10% e spread vicini alla media a 10 anni (Figura 5) rendono particolarmente interessante il mercato high yield, in qualsiasi scenario, tranne quello di una profonda recessione a livello globale, sostiene Husain.
Il credito globale è un’opportunità
(Fig. 5) Spread dell’investment grade e dell’high yield, in punti base
Secondo Husain, il rallentamento della crescita economica e l'aumento dei tassi potrebbero far salire gradualmente i tassi di default nel corso del 2023 e del 2024. Ma con bilanci societari ancora caratterizzati da una bassa leva finanziaria e da un'ampia copertura del debito, i rischi di default appaiono moderati.
Sulla base delle loro ricerche sul credito, aggiunge Page, gli analisti di T. Rowe Price prevedevano a fine maggio un tasso di default a 12 mesi del 3% circa tra gli high yield USA, più o meno in linea con la media storica a lungo termine.
"Secondo noi i tassi di default non andranno a erodere il premio di rendimento extra che oggi si può ottenere con l’high yield rispetto alle obbligazioni investment grade", afferma Husain.
La ricerca bottom-up e un’attenta selezione dei titoli saranno fondamentali per gestire il rischio di default, avverte Page. "I gestori attivi che hanno esperienza nel settore sanno come distinguere i bilanci sani da quelli spazzatura". Questo, sostiene, può aiutare gli investitori a evitare gli "zombie", ovvero quelle società che tecnicamente sono ancora in attività ma che quasi certamente sono prossime al default.
Arif Husain, CFA
Head of International Fixed Income and Chief Investment Officer
Sébastien Page, CFA
Head of Global Multi‑Asset and Chief Investment Officer
Justin Thomson
Head of International Equity and Chief Investment Officer
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