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Agosto 2023 / ASSET ALLOCATION VIEWPOINT

Asset allocation globale: Viewpoint d’agosto

Scopri gli ultimi temi di mercato globali

1. Prospettive di mercato 

  • Nonostante le aspettative di un rallentamento della crescita globale nella seconda metà dell’anno, alcune regioni stanno mostrando maggiore resilienza di fronte a condizioni finanziarie più restrittive, sostenute da solidi bilanci in campo societario e a livello delle famiglie.
  • L’economia statunitense ha dato prova di maggiore forza rispetto alle attese, mentre l’Europa ha dovuto affrontare una lieve recessione in Germania ed è ancora alle prese con le pressioni inflazionistiche. La crescita in Cina ha deluso le aspettative, mentre il Giappone continua a trarre beneficio da una ripresa dalla domanda interna. 
  • Le banche centrali mondiali sono verosimilmente ormai prossime al picco del ciclo di stretta monetaria, ma con l'inflazione che si sta rivelando più persistente in alcune regioni, come l’Europa e il Regno Unito, restano vigili tenendosi pronte a compiere altri rialzi dei tassi d’interesse, in base ai trend emergenti dai dati.
  • I rischi principali per i mercati globali includono un rallentamento della crescita più pronunciato del previsto, qualche passo falso delle banche centrali, una ripresa dell'inflazione, condizioni creditizie più stringenti e le immancabili tensioni geopolitiche.

2. Posizionamento del portafoglio 

Al 31 luglio 2023

  • Abbiamo leggermente ridotto la sottoesposizione ai titoli azionari; manteniamo tuttavia un posizionamento prudente in quanto le valutazioni permangono elevate, a dispetto delle aspettative di un rallentamento dell’economia globale nella seconda metà dell’anno. In ambito obbligazionario, abbiamo incrementato le disponibilità liquide poiché le obbligazioni prestano ancora il fianco a ulteriori strette monetarie delle banche centrali, mentre l’investimento in attività liquide offre opportunità e un approdo sicuro in un contesto incerto, con rendimenti tuttora allettanti.
  • In ambito azionario, rimaniamo sovrappesati nelle aree di mercato sostenute da valutazioni più interessanti, come le small-cap e i mercati emergenti, che dovrebbero beneficiare di una partecipazione azionaria più ampia all’interno del rally registrato di recente.
  • Tornando all’universo obbligazionario, in questa fase deteniamo minori posizioni di sovrappeso nei settori potenzialmente più remunerativi, come l’high yield, senza dimenticare le obbligazioni sovrane e in valuta locale dei mercati emergenti. Inoltre, privilegiamo i titoli di Stato legati all’inflazione rispetto a quelli a tasso fisso.

3. Temi di mercato 

Imperturbabile

Nonostante le azioni della Federal Reserve (Fed) abbiano spinto i Fed funds ai livelli massimi da oltre 20 anni, l’economia statunitense si è finora dimostrata maggiormente insensibile all’aumento dei tassi rispetto alle previsioni di molti osservatori. In genere, con il rialzo dei tassi si osserva un rallentamento dell’economia, con conseguente indebolimento del mercato del lavoro che a sua volta impatta negativamente i consumi. Ciò detto, le tensioni presenti sul mercato del lavoro (indotte da una ridotta offerta di lavoro) hanno sostenuto incrementi di reddito in termini reali, mentre i surplus di risparmio hanno mantenuto in ottime condizioni i bilanci dei consumatori, supportando in definitiva l’economia nel suo complesso. In aggiunta, i tassi d’interesse più elevati negli Stati Uniti non hanno avuto lo stesso impatto che hanno prodotto in altre regioni caratterizzate da una presenza capillare di mutui a tasso variabile. Di fatto, il mercato statunitense dei mutui residenziali vede una presenza maggioritaria di mutui a tasso fisso. Anche le imprese si sono mostrate meno sensibili al rialzo dei tassi, dato che precedentemente avevano rimborsato i debiti a tassi molto contenuti e i finanziamenti di spesa in conto capitale sono stati integrati dai programmi di stimolo fiscale, e non da prestiti contratti a tassi più elevati. Sebbene al momento l’economia possa risultare meno sensibile al rialzo dei tassi rispetto ai cicli osservati in passato, non è escluso che la politica monetaria non sia stata restrittiva per un periodo sufficiente a produrre gli effetti voluti sull’economia.

Il rebus inflazione

L'inflazione sui servizi abitativi, che include gli affitti delle abitazioni principali e l'affitto equivalente dei proprietari (OER), sta scendendo dai suoi picchi osservati di recente. L’indicatore OER monitora attentamente i prezzi delle case, registrati in calo su base annuale. Dato che le due componenti summenzionate sono responsabili per circa un terzo dell’indice dei prezzi al consumo (IPC) negli Stati Uniti e hanno un effetto ritardato su tale indice, si spera in una frenata sul fronte dell’inflazione da affitti per avviare un calo dell’inflazione complessiva nei prossimi mesi. Sebbene questo sviluppo rappresenterebbe un segnale positivo per la Fed, gli ultimi dati, che evidenziano la resilienza dell’economia statunitense, stanno iniziando a fomentare dei timori circa un consolidamento dell’inflazione, se non addirittura un trend di ascesa dei prezzi. In un contesto segnato da un mercato del lavoro tuttora in tensione, un settore dei servizi in ottima salute, un surplus di risparmio ancora a disposizione dei consumatori e infine da un recente balzo dei prezzi energetici e dei beni alimentari, vi sono molte ragioni che inducono la Fed a muoversi con prudenza. Gli investitori e la Fed terranno d’occhio i dati nel dettaglio, in quanto un calo dell’inflazione sui servizi abitativi potrebbe celare un trend al rialzo in altre componenti sottostanti, nel caso in cui l’economia continui a sorprendere in positivo.

Per una panoramica delle singole regioni, si rimanda alla versione integrale del rapporto (PDF).

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