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Agosto 2023 / VIDEO

L’aumento del costo del capitale: le implicazioni sul fronte obbligazionario

È giunto il momento di riformulare il portafoglio obbligazionario

Dopo essere stati ancorati alla soglia dello zero per oltre un decennio, i tassi d’interesse statunitensi sono aumentati al ritmo più rapido mai osservato nella storia contemporanea. La stretta monetaria è stata adottata dalle banche centrali praticamente in tutto il mondo. 

Per ora, i mercati finanziari appaiono nettamente insensibili ai rialzi dei tassi. I mercati del lavoro rimangono in salute, le economie sono ancora in crescita e i mercati azionari hanno registrato un deciso rimbalzo dai minimi toccati lo scorso ottobre. 

Gli specialisti degli investimenti obbligazionari in T. Rowe Price ritengono che questo quadro sia destinato a mutare. In occasione di Free Talk, il Webinar biennale dedicato all’universo obbligazionario, le opinioni degli esperti di T. Rowe Price indicavano di essere nel bel mezzo del classico sfasamento temporale che interviene tra le misure delle banche centrali e i relativi effetti conseguenti. 

E mentre iniziano a profilarsi all’orizzonte i primi segnali di una recessione in arrivo, hanno rimarcato gli stessi, è giunto il momento di incrementare la duration dei portafogli obbligazionari. 

Siamo pericolosamente vicini a registrare degli errori di politica monetaria 

Secondo Arif Husain, Responsabile della divisione International Fixed Income e Chief Investment Officer in forze a T. Rowe Price, le banche centrali potrebbero già aver ecceduto con l’aumento dei tassi, nel tentativo di domare la fiammata dei prezzi. 

“Adesso siamo pericolosamente vicini a registrare degli errori di politica monetaria,” ha commentato Husain. 

Le banche centrali stanno osservando gli specchietti retrovisori; i loro modelli di previsione dell’inflazione non hanno colto i segnali d’allarme sul fronte dei prezzi. Temo che ora adotteranno con ogni probabilità una stretta monetaria eccessiva,” ha aggiunto. 

Ci sono altri fattori che incrementano il rischio di un incidente di percorso nei mercati, ha puntualizzato Husain. 

In primis, gli investitori stanno sottovalutando troppo l’ipotesi di vedere un incremento dei default. In secondo luogo, le prospettive sul fronte dell’offerta energetica appaiono ancora incerte, a seguito della guerra Russia-Ucraina. Infine, a partire dalla crisi finanziaria globale una rilevante fetta d’indebitamento si è trasferita dai bilanci delle banche verso il sistema bancario ombra, dove il monitoraggio e i controlli sono meno efficienti. 

Nel contempo, ha aggiunto Husain, lo stimolo monetario che era stato azionato dalle banche centrali a fine 2022 e all’inizio di quest’anno, per fronteggiare la crisi dei fondi pensione nel Regno Unito e i crac di alcune banche regionali statunitensi, sta iniziando a scemare. 

“Il nostro indicatore proprietario mostra lo stimolo complessivo presente nel sistema,” ha affermato Husain. “Riunisce la politica monetaria, quella fiscale e le misure intraprese dalle banche. All’inizio di quest’anno, abbiamo osservato un forte aumento delle misure di stimolo. 

Adesso però il nostro indicatore di stimolo sta segnalando un’inversione del trend, a causa dell’effetto ritardato degli aumenti dei tassi d’interesse. Ora ci sono tutte le condizioni atte a determinare un incremento del ciclo di default.” 

La versione integrale dell’articolo è scaricabile qui:(PDF)

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