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Settembre 2022 / INVESTMENT INSIGHTS

Proxy- voting 2022: il riassunto

Un approfondimento sulle principali tendenze dell’attività di voto per delega di T. Rowe Price nell’ultimo anno

Sintesi

In questo rapporto sintetizziamo la nostra attività di voto per delega per il periodo di 12 mesi conclusosi il 30 giugno 2022. Il nostro obiettivo è mettere in evidenza alcune delle questioni critiche in materia di governance societaria durante il periodo e offrire un approfondimento sul nostro approccio alle decisioni di voto in queste importanti aree. Non si tratta di un elenco completo di tutti i voti per delega espressi nel corso dell’anno, ma di una sintesi dei temi più importanti.

Decisioni attente che portano alla creazione di valore

In T. Rowe Price, il voto per delega è parte integrante del processo di investimento e una componente essenziale dell’attività di stewardship che svolgiamo per conto dei nostri clienti. Nel decidere come votare, favoriamo le azioni che riteniamo possano accrescere il valore delle società in cui investiamo e ci opponiamo alle azioni o alle politiche che consideriamo contrarie agli interessi degli azionisti.

Analizziamo le questioni relative al voto adottando per ogni società un approccio specifico basato sul nostro processo d’investimento. Di conseguenza, non trasferiamo la responsabilità delle nostre decisioni di voto a terze parti. Inoltre, le nostre linee guida per il voto offrono una flessibilità che ci consente di tenere conto delle differenze regionali nelle pratiche e delle circostanze specifiche delle società. Sono i gestori di portafoglio, in ultima analisi, a essere responsabili del voto delle proposte delle società presenti nei loro portafogli.

Sintesi delle principali proposte

La tabella seguente è una sintesi generale di alcuni dei nostri schemi e risultati di voto per delega per il periodo di riferimento che va dal 1° luglio  2021 al 30 giugno 2022, nei nostri portafogli azionari globali.

Temi dei risultati delle votazioni

Le categorie sopra elencate rappresentano un sottoinsieme dell’attività di voto complessiva nel periodo di riferimento che evidenzia i temi di voto più diffusi e significativi. Nella sezione che segue illustriamo in dettaglio alcune di queste categorie.

Nel periodo considerato, abbiamo individuato due principali tendenze distinte, ma correlate. La prima è una riduzione dei livelli complessivi di sostegno alle proposte degli azionisti di natura ambientale o sociale. La seconda è una diminuzione dei livelli di sostegno ai membri del consiglio di amministrazione. Queste due tendenze sono collegate tra loro perché riteniamo che la responsabilità della gestione delle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) di una società sia di competenza del consiglio di amministrazione. Per quanto le delibere degli azionisti possano essere uno strumento efficace per promuovere un cambiamento in determinate circostanze, nella maggior parte dei casi l’elezione degli amministratori è un modo più mirato per gli investitori di esprimere riserve sulla gestione da parte del consiglio di amministrazione di questioni strategiche, finanziarie, di capitale umano, ambientali o di altro tipo relative alla performance della società. 

Proposte sociali, ambientali e politiche.

Il 2021 è stato definito un anno “di svolta” per quanto riguarda le delibere relative a questioni ambientali, sociali e politiche, in particolare negli Stati Uniti. Temi come la giustizia razziale, la disparità di reddito, la sicurezza dei lavoratori e il cambiamento climatico sono passati in primo piano nelle società per via di una concomitanza di eventi, tra cui la pandemia di coronavirus. Di riflesso, le delibere degli azionisti relative a tali questioni hanno ricevuto un sostegno medio maggiore da parte degli investitori e una maggiore visibilità nel 2021 rispetto agli anni precedenti.

Tuttavia, nel corso dell’ultima stagione di voto per delega, questo andamento si è arrestato. Le cause sono molteplici. La situazione è cambiata quando la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha modificato la sua interpretazione delle tipologie di delibere che possono essere sottoposte al voto degli azionisti. La SEC ha permesso la presentazione di un maggior numero di proposte su una gamma più ampia di temi ambientali e sociali. Il numero di delibere ambientali e sociali votate dalle società dell’indice S&P 1500 è aumentato di quasi il 70%, passando dalle 147 della stagione 2021 alle 249 di quest’anno. Il successo ottenuto da molte di queste delibere nel 2021 sembra aver attirato quest’anno non solo un nuovo gruppo di proponenti, ma ha anche ispirato i proponenti più esperti ad ampliare i loro argomenti di interesse.

Abbiamo osservato che l’aumento del volume delle proposte ha comportato una diminuzione della loro qualità complessiva. Quest’anno abbiamo riscontrato un maggior numero di imprecisioni nelle proposte, di delibere poco mirate e di proposte che affrontano temi non fondamentali. Inoltre, abbiamo osservato un netto aumento del livello di richieste di natura prescrittiva. I proponenti sono rapidamente passati da richieste basate sulla rendicontazione (ovvero sulla necessità di un’informativa più dettagliata sulle questioni ESG) a richieste basate su azioni (che richiedono impegni specifici, investimenti di capitale o cambiamenti strutturali da parte delle società interessate). Allo stesso tempo, i proponenti hanno mostrato una minore propensione a negoziare accordi con gli emittenti prima di portare una proposta al voto.

Al di fuori degli Stati Uniti, un altro sviluppo significativo sta incidendo sui comportamenti di voto, in particolare nell’area EMEA e in Australia. In questi mercati si sta assistendo a una crescente diffusione di delibere volontarie sul clima, sponsorizzate dal management, o delle cosiddette delibere “say on climate”. Queste delibere sono volte a far sì che la società presenti agli investitori i dettagli della sua strategia climatica a medio e lungo termine e i relativi dati, per ottenerne l’approvazione. Nei mercati in cui il concetto di voto “say on pay” non ha guadagnato terreno - in particolare in Giappone - i riflettori rimangono puntati su un piccolo numero di delibere ambientali di alta qualità presentate dagli azionisti. Nei mercati in cui il concetto di “say on climate” è più diffuso, osserviamo una dinamica più sfumata in cui la delibera sostenuta dal management può competere con la richiesta di una maggiore informativa da parte del proponente. Nel periodo in esame, ci sono state 46 votazioni “say on climate” in tutti i portafogli di T. Rowe . Come mostra la tabella, abbiamo sostenuto il 97% di esse.

T. Rowe Price mantiene da sempre un approccio selettivo, basato sul caso specifico, per quanto riguarda il supporto alle delibere degli azionisti. Non assumiamo una posizione definitiva sulle proposte di natura ambientale, politica o sociale. Esaminiamo invece ciascuna di esse singolarmente, tenendo conto del grado di esposizione dell’azienda alle questioni ESG sollevate, della rilevanza della questione per l’azienda e del livello di informativa esistente o dei programmi aziendali che affrontano la questione.

I risultati sono riportati nella tabella in alto. Il nostro sostegno alle delibere degli azionisti nella categoria ambientale è sceso dal 28% del 2021 al 16% di quest’anno. Il nostro sostegno alle delibere sociali è sceso dal 19% al 13%. Tuttavia, il nostro sostegno alle delibere riguardanti le lobby aziendali e le spese relative alle politiche è aumentato dal 22% al 30%.

I dati non comprendono due sottocategorie uniche di risoluzioni degli azionisti, che abbiamo classificato come voci separate nella tabella. È interessante notare che una categoria è cresciuta significativamente quest’anno: le proposte anti-ESG. Il piccolo gruppo di proponenti che chiede alle società di svincolarsi dagli impegni assunti nei confronti di varie iniziative ESG ha intensificato notevolmente la propria attività nel 2022, sponsorizzando finora 45 delibere presso le società dei portafogli di T. Rowe Price. Negli anni scorsi, il numero di delibere di questo tipo era inferiore a 10. La seconda categoria è costituita dalle risoluzioni volte a persuadere le società di fornitura di energia elettrica giapponesi a interrompere l’uso dell’energia nucleare, un movimento piccolo ma tenace che ha avuto inizio con il disastro nucleare di Fukushima nel 2011. Nella nostra analisi, abbiamo separato queste due categorie perché rappresentano l’appropriazione del processo di delibere degli azionisti al fine di rispondere a un’agenda circoscritta e non basata sull’economia.

T. Rowe Price pubblica un’analisi dettagliata dei voti sulle proposte degli azionisti in materia ambientale e sociale nel primo trimestre di ogni anno. Questo documento, “A favore o contro: l’anno delle delibere degli azionisti”, è disponibile sul nostro sito Internet.

Leggi la versione integrale del rapporto

Informazioni importanti

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