Dicembre 2023 / ASSET ALLOCATION VIEWPOINT
Asset allocation globale: Lo scenario visto dall'Europa
Scopri gli ultimi temi di mercato globali
1. Prospettive di mercato
- Data la tendenza asincrona della crescita e delle politiche sull'inflazione, è prevedibile una divergenza nel 2024.
- La crescita economica e l'inflazione in Europa sono in calo, offrendo flessibilità alla Banca centrale europea. Nella prima metà del nuovo anno la Banca del Giappone dovrebbe inasprire la politica monetaria. Malgrado i crescenti segnali di rallentamento dell'inflazione, il presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell ribadisce l'impegno a mantenere i tassi più alti. La crescita cinese migliora progressivamente, grazie al sostegno degli stimoli.
- I rischi principali per i mercati globali includono i passi falsi delle banche centrali, un'ulteriore contrazione della crescita, un'inflazione vischiosa, la traiettoria della crescita cinese e le tensioni geopolitiche.
2. Posizionamento del portafoglio
Al 30 novembre 2023
- Abbiamo una visione bilanciata sull'azionario, confortata da trend positivi degli utili e da valutazioni più interessanti al di là della leadership ristretta, in un contesto di rallentamento della crescita e di tassi d'interesse ancora elevati. Manteniamo il sovrappeso in aree del mercato con valutazioni favorevoli, come le small-cap, le azioni giapponesi, le obbligazioni high yield globali e il debito dei mercati emergenti.
- Sul fronte azionario rimaniamo sovrappesati sulle large-cap growth statunitensi, grazie alla persistente robustezza del settore tecnologico e dell'intelligenza artificiale, sulle small-cap statunitensi, grazie alle valutazioni interessanti, e sul Giappone, grazie al contesto reflazionistico e ai miglioramenti in termini di governance. L'Europa (escl. Regno Unito) rimane sottopesata in ragione del rallentamento della crescita e della politica monetaria restrittiva.
- Nell'obbligazionario manteniamo una leggera sovraponderazione della liquidità rispetto alle obbligazioni. La liquidità continua a offrire rendimenti interessanti oltre a consentirci di sfruttare le potenziali dislocazioni del mercato.
- A livello di segmenti obbligazionari, continuiamo a sovrappesare le obbligazioni high yield e dei mercati emergenti, grazie a rendimenti assoluti sempre interessanti e a fondamentali ragionevolmente favorevoli.
3. Temi di mercato
Un novembre che ha lasciato il segno
Novembre è stato un mese eccezionale per azioni e obbligazioni. L'indice S&P 500 ha infatti sfiorato il 9% - il settimo miglior mese degli ultimi 30 anni - e i rendimenti dei Treasury decennali USA sono saliti di oltre 50 punti base, con il mercato che ha interpretato il rallentamento dell’inflazione come un’indicazione di un possibile inizio di allentamento anticipato da parte della Fed. Gli altri dati, quali la riduzione della spesa dei consumatori, l’indebolimento del mercato del lavoro e la continua flessione dei PMI, hanno supportato la narrativa secondo cui la stretta delle condizioni finanziarie stesse finalmente producendo effetti. Malgrado l'euforia del mercato per i dati negativi di novembre, che avrebbero potuto far slittare i tagli ai tassi, il presidente Jerome Powell ha concluso il mese ribadendo che la Fed è impegnata a mantenere i tassi più alti e non è ancora pronta a dichiarare vittoria sull'inflazione. Il 2024 si prospetta un anno critico per la Fed, che non vuole commettere un errore di politica analogo a quello compiuto durante la pandemia di coronavirus quando non è riuscita ad anticipare l'inflazione "transitoria". Se da una parte Powell potrebbe mantenere una politica restrittiva per assicurarsi di debellare l'inflazione, dall'altra ciò potrebbe andare a discapito di un intervento non sufficientemente tempestivo, lasciando che gli effetti ritardati della politica monetaria spingano l'economia verso una recessione. Questa difficile decisione potrebbe essere resa più complicata dalle imminenti elezioni.
Tutti a casa per le feste!
Per gli aspiranti proprietari di abitazioni che speravano di trovare una nuova casa in tempo per trascorrervi le feste, il nuovo record registrato a settembre dai prezzi del settore abitativo non è stata una notizia gradita. La scarsità dell’offerta, dovuta alla riluttanza dei proprietari esistenti a lasciare i loro attuali mutui a basso tasso per tassi molto più alti, è stata la ragione principale alla base di questa tendenza. Anche se i tassi ipotecari sono scesi dai massimi di ottobre, i mutui fissi a 30 anni sono ancora vicini al 7,5%, ben al di sopra dell'attuale tasso medio del 3,7%. Il modesto calo dei tassi, tuttavia, è stato accompagnato da un aumento dei nuovi annunci, che può contribuire a ridurre la scarsità dell'offerta. Se la Fed dovesse iniziare ad abbassare i tassi l'anno prossimo, come si aspetta il mercato, questo potrebbe essere un segnale positivo per il settore abitativo, in quanto invoglierebbe gli attuali proprietari di abitazioni a vendere e aiuterebbe gli acquirenti sul fronte dell'accessibilità economica. Resta da chiedersi a che livelli saranno arrivati i prezzi delle abitazioni durante le festività dell'anno prossimo, dato che una riduzione dei tassi è in genere sinonimo di prezzi più alti. Speriamo che questo Natale porti agli acquirenti di abitazioni un'impennata dell'offerta perché, in caso contrario, la casa nuova potrebbe ancora far parte della loro lista dei desideri per il prossimo Natale.
Per una panoramica regione per regione si rimanda alla versione integrale del documento (PDF).
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