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Luglio 2024 / ASSET ALLOCATION VIEWPOINT

Asset allocation globale: Lo scenario visto dall'Europa

Scopri gli ultimi temi di mercato globali

1. Prospettive di mercato

  • La crescita globale resta sostanzialmente resiliente, pur in presenza di alcuni segnali di rallentamento, insieme a un allentamento delle pressioni inflazionistiche.
  • Gli ultimi dati relativi ai consumatori, al lavoro e alle imprese lasciano presagire un attenuarsi della crescita negli Stati Uniti. La crescita in Europa è stabile, sostenuta in larga misura dai servizi. Le prospettive di crescita in Giappone sono in fase di miglioramento, benché ancora contenute, mentre in Cina le misure di stimolo rivolte al mercato immobiliare contribuiscono a sostenere le prospettive di crescita. 
  • Negli Stati Uniti, la Fed non ha fretta di tagliare i tassi, in quanto gli ultimi dati sembrano finalmente rilevare il freno alla crescita imposto dalla stretta monetaria. La Banca centrale europea (BCE) ha fatto da apripista sul fronte dell’allentamento monetario; verosimilmente, Francoforte taglierà ancora i tassi entro la fine dell’anno. A dispetto dei recenti dati di crescita sottotono, la Bank of Japan (BoJ) dovrebbe intraprendere ulteriori misure di stretta monetaria.
  • I principali rischi per i mercati globali sono un rafforzamento del calo della crescita, la persistenza dell’inflazione, le politiche divergenti delle banche centrali, il calendario elettorale, le tensioni geopolitiche e l’andamento della crescita cinese.

2. Posizionamento del portafoglio

Al 30 giugno 2024

  • Rimaniamo moderatamente sovrappesati sulle azioni, in quanto le valutazioni (all’infuori della ristretta cerchia dei titoli capofila) restano a livelli ragionevoli e la crescita economica, seppur in rallentamento, è tuttora favorevole agli utili.
  • Restiamo sovrappesati sulla liquidità rispetto alle obbligazioni. I rendimenti della liquidità restano allettanti alla luce delle aspettative più contenute sul fronte dei tagli dei tassi della Fed; inoltre, l’investimento in attività liquide offre condizioni adatte, in caso dovessero emergere delle opportunità di mercato.
  • Sul fronte obbligazionario, abbiamo aumentato il sottopeso ai titoli di Stato, dato che i rendimenti restano sotto pressione, mentre manteniamo il sovrappeso alle obbligazioni indicizzate all’inflazione, come copertura contro la persistenza dell’inflazione.
  • Continuiamo a privilegiare i settori a più alto rendimento, tra cui le obbligazioni high yield e dei mercati emergenti, grazie ai fondamentali tuttora ampiamente favorevoli.

3. Temi di mercato

Una tumultuosa stagione elettorale

Sebbene gli investitori avessero già messo in conto un possibile accentuarsi della volatilità legata al fitto calendario elettorale mondiale, tali rischi sono stati amplificati dalle recenti elezioni anticipate in Francia e Regno Unito. Il malcontento verso i leader politici in carica è stato il filo conduttore che ha portato alle affermazioni dei partiti di opposizione; lo scontento degli elettori è stato alimentato anche dalla corruzione, dalle politiche economiche, commerciali e di immigrazione. L’incertezza legata a queste tornate elettorali potrebbe peggiorare uno scenario mondiale economico già fragile, ma sul punto di domare finalmente l’inflazione ed evitare una recessione più intensa. Con la plausibile prospettiva di assistere a brusche sterzate sul fronte delle politiche fiscali, commerciali e doganali, i mercati potrebbero diventare sempre più volatili nel soppesare gli impatti. Parte di questa volatilità è già percepibile lungo l’arco dei mercati europei, che sembravano sul punto di svolta (positiva) in chiave economica solo poche settimane prima dell’annuncio delle elezioni anticipate francesi e britanniche. Con altre tornate elettorali in vista e la crescente incertezza legata all’esito delle presidenziali statunitensi di novembre, questa sensazione di precarietà potrebbe assumere le sembianze di un crescente rischio di ribasso per la crescita; i banchieri centrali potrebbero quindi rimpiangere di non essere passati all’azione quando ne avevano avuto la possibilità.

Evitare il nervosismo

Mentre alcune tra le principali banche centrali, tra cui la BCE e la Bank of Canada, hanno rotto gli indugi lo scorso mese tagliando i tassi, la Fed resta cauta nonostante le crescenti prove di un rallentamento della crescita economica statunitense. Con l’emergere delle prime falle nei dati relativi ai super resilienti consumatori statunitensi, soprattutto tra quelli con i redditi più bassi, e l’ampio stock di risparmi del periodo pandemico ormai agli sgoccioli, le spese per consumi, che hanno contribuito ad alimentare l’inflazione, potrebbero infine ridursi ai minimi termini. Anche il settore delle imprese sta iniziando a mostrare qualche crepa, evidenziata dai recenti cali registrati nei nuovi ordini e spedizioni. Questa perdita di slancio delle imprese e dei consumatori potrebbe contagiare velocemente anche un mercato del lavoro piuttosto contratto, che a sua volta di recente sta evidenziando segnali di raffreddamento, grazie al calo delle offerte di lavoro e del numero di dimissioni sul totale degli occupati. Sebbene l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed, ovvero l’indice core dei prezzi delle spese per consumi personali, resti al di sopra del target fissato al 2%, i prossimi dati potrebbero rapidamente balzare all’occhio, facendo così pendere l’ago della bilancia del rischio dall’inflazione persistente alla crescita sottotono. L’auspicio è che la Fed non diventi eccessivamente “ansiosa” di errare per la seconda volta consecutiva sulla traiettoria dell’inflazione e non finisca per compromettere lo stato dell’economia.

 

Per una panoramica regione per regione, si rimanda alla versione integrale del documento (PDF).

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