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Aprile 2024 / INVESTMENT INSIGHTS

Vietnam: la prossima tigre di frontiera dell'Asia

I venti di coda si stanno radunando per sostenere un altro grande balzo

Punti essenziali

  • I titoli vietnamiti appaiono a buon mercato nonostante la ripresa ciclica, l'espansione dell’economia di consumo e l'imminente passaggio allo status di mercato emergente.
  • Una serie di misure tecniche e normative è destinata a rendere il mercato azionario più accessibile agli investitori stranieri.
  • I settori bancario e informatico, in particolare, si trovano in una posizione privilegiata per ottenere una sovraperformance nel momento in cui i prezzi dei titoli reagiranno al miglioramento dei fondamentali.

Le riforme economiche hanno portato il Vietnam a passare da una delle nazioni più povere del mondo a un'economia a medio reddito nel giro di pochi decenni. Ora, con la ripresa ciclica in atto, i dati demografici favorevoli e l’imminente passaggio allo status di mercato emergente (ME), il Paese sembra pronto per un altro importante passo avanti nella sua trasformazione. Tuttavia gli investitori rimangono cauti e le valutazioni sono a buon mercato. Ma nulla è destinato a durare.

Negli ultimi decenni il Vietnam ne ha fatta di strada. Dopo la fine della guerra del Vietnam nel 1975, il Paese è rimasto sotto l'embargo commerciale degli Stati Uniti fino al 1994. Le riforme a favore del mercato introdotte a metà degli anni '80 hanno attirato ondate successive di investimenti esteri e incrementato le esportazioni. Nel 1995 il Paese è entrato a far parte dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) e nel 2007 ha aderito all'Organizzazione Mondiale del Commercio. Poi, nel settembre 2023, ha firmato una "partnership strategica globale" con gli Stati Uniti, ponendo le sue relazioni con l'America allo stesso livello di quelle con Russia e Cina.

In lizza per costituire un’alternativa alla Cina

Con la fiducia nella Cina che diminuisce a causa dell'aumento del costo del lavoro, delle cattive prospettive economiche e della prospettiva di una prolungata guerra commerciale con gli Stati Uniti, il Vietnam è in pole position per attrarre i produttori che vogliono ridurre l'esposizione a Pechino. Dal punto di vista economico, il Vietnam appare interessante. La crescita complessiva del prodotto interno lordo (PIL) per il 2023, pari al 5%, è diminuita rispetto all'8% dell'anno precedente, a causa del calo delle esportazioni dovuto alla debolezza della domanda globale e all'intensificazione della repressione della corruzione nel settore immobiliare da parte del governo. Tuttavia, le transazioni immobiliari e i prezzi sono in aumento, mentre migliorano anche i dati relativi alle esportazioni e agli investimenti diretti esteri (IDE).

...il Vietnam è in pole position per attrarre i produttori che vogliono ridurre l'esposizione a Pechino.

- Johannes Loefstrand, Gestore di portafoglio, Strategia azionaria mercati di frontiera

Gli IDE in Vietnam sono stati pari a 2,8 miliardi di dollari nei primi due mesi di quest'anno, con un aumento del 9,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, secondo il Ministero della Pianificazione e degli Investimenti. Gli impegni in termini di IDE, che fungono da indicatore dei futuri esborsi di IDE, sono aumentati di circa il 40% rispetto all'anno precedente. Le principali fonti di investimento sono state Singapore, Hong Kong e il Giappone, mentre Samsung, che impiega più di 110.000 persone in Vietnam, rimane il più grande investitore straniero del Paese. A dicembre, Jensen Huang, CEO e presidente del gigante tecnologico statunitense NVIDIA, ha visitato Hanoi per annunciare l'intenzione di stabilire una base produttiva in Vietnam.

La crescita del PIL dovrebbe tornare al 6% quest'anno e raggiungere il 6,5% nel 2025. Secondo la Banca Mondiale, l'attuale PIL pro capite del Vietnam nel 2022 era di 4.163 dollari, un livello simile a quello fatto segnare da molte altre tigri asiatiche che hanno registrato un'impennata decennale della crescita (figura 1).

Si prospetta un periodo di rapida espansione

(fig. 1) Il PIL pro capite rispecchia l’andamento delle tigri asiatiche prima degli scatti di crescita

Si prospetta un periodo di rapida espansione

Dati a febbraio 2024.
Fonti: GSO, Banca Mondiale, Vietcap. Analisi di T. Rowe Price.

Anche i fattori strutturali sono favorevoli. Il Vietnam ha un'economia ben bilanciata e attualmente registra sia un avanzo delle partite correnti che un avanzo commerciale. Il rapporto debito/PIL del 2023, pari al 37%, è moderato rispetto a quello di molti altri Paesi concorrenti. La crescita continua ad essere alimentata dalla demografia:  All'inizio del millennio, la classe media vietnamita comprendeva circa 6 milioni di persone, che dovrebbero superare i 75 milioni entro il 2030. Con una popolazione e una forza lavoro numerose e giovani, il Vietnam si sta trasformando in una classica economia di consumo (figura 2).

Il Vietnam sta diventando un’economia di consumo

(fig. 2) La sua classe media è in rapida espansione

Il Vietnam sta diventando un’economia di consumo

I risultati effettivi possono discostarsi in modo sostanziale dalle stime. Le stime sono soggette a variazioni.
Dati a dicembre 2021.
Fonte: “I nuovi volti del consumatore vietnamita.” McKinsey & Company, dicembre 2021.
Nota: Gli appartenenti alla classe dei consumatori sono definiti come coloro che hanno un reddito sufficiente per pagare beni di prima necessità come cibo, alloggio e abbigliamento, nonché beni e servizi discrezionali. Gruppo di reddito definito in base alla spesa giornaliera (in base alla parità di potere d'acquisto del 2011). Dati più recenti disponibili.

La principale borsa valori del Vietnam, la Ho Chi Minh City Stock Exchange (HoSE), è attualmente classificata dagli indici FTSE e MSCI come mercato di frontiera, uno status che di fatto impedisce a molti investitori stranieri di investirvi. Il Vietnam sta cercando di ottenere lo status di mercato emergente che, secondo la Banca Mondiale, potrebbe generare afflussi netti esteri pari a 30 miliardi di dollari entro il 2030. L'HoSE sembra poter raggiungere questo obiettivo con FTSE dopo aver rivelato l'intenzione di allentare, per gli investitori stranieri, le procedure di regolamento del "pre-funding", che rappresenta un ostacolo fondamentale alla candidatura del Vietnam allo status di mercato emergente.

Nonostante le notizie secondo cui l'annuncio dell'inclusione del Vietnam nell'indice FTSE Emerging potrebbe arrivare già a settembre, i ritardi burocratici significano che l'ostacolo del pre-funding non sarà probabilmente risolto prima di agosto, lasciando a FTSE troppo poco tempo per consultare gli investitori prima dell'annuncio annuale dell'inclusione nell'indice previsto per settembre. È pertanto più probabile che l'annuncio dell'inclusione del Vietnam nell'indice FTSE Emerging avvenga nel 2025.

Un eventuale inserimento nell'indice MSCI Emerging Markets richiederà più tempo, poiché i requisiti di MSCI per l'accesso degli investitori stranieri sono più severi. Se questi requisiti saranno soddisfatti, il Vietnam potrebbe unirsi a Cina, Indonesia, Qatar e Filippine per la promozione dall'indice MSCI Frontier Markets, che attualmente condivide con mercati più piccoli come Marocco, Sri Lanka e Kenya. Il Vietnam è la componente più importante dell'indice MSCI Frontier Markets, dato che, alla fine di febbraio di quest'anno, rappresentava il 28% dell'indice . La conferma dell'ingresso del Vietnam nell'indice MSCI EM dovrebbe arrivare tra il 2026 e il 2028.

Tuttavia, l'inclusione in questo indice sarà solo la ciliegina sulla torta in quanto è probabile che l'interesse degli investitori per il Vietnam aumenti molto prima di allora. All'inizio di marzo, l'HoSE ha sperimentato il nuovo sistema tecnologico della Korea Exchange (KRX), destinato a potenziare in modo significativo l'infrastruttura del mercato azionario vietnamita e a migliorare la liquidità del mercato azionario. Un'ulteriore flessibilità si avrà con l'arrivo della soluzione del pre-funding precedentemente citata, che dovrebbe suscitare un maggiore interesse da parte degli stranieri.

Le azioni non si sono ancora riprese dal crollo del 2022

L'insieme di questi tre fattori - l'inversione dei venti contrari ciclici, le condizioni strutturali favorevoli e le misure normative e tecnologiche per consentire la promozione allo status di mercato emergente - rende convincente l'investimento in Vietnam. Eppure l’indice VN, che rappresenta la Borsa di Ho Chi Minh City, è scambiato a livelli bassi. L'indice è crollato di un terzo nel 2022, a causa del collasso delle valutazioni delle società immobiliari (che costituiscono un quinto dell'indice) in seguito alla crisi di liquidità e al già citato giro di vite governativo contro la corruzione. Sebbene il mercato si sia un po' ripreso lo scorso anno, alla fine di marzo l’indice VN era ancora scambiato molto al di sotto del suo picco del 2022 e con uno sconto in termini di deviazione standard rispetto alla media storica del rapporto prezzo-utili pari a 13 volte.

...l’indice VN era ancora scambiato molto al di sotto del suo picco del 2022.....

- Eric Veiel, Responsabile investimenti mondiali

Questo principalmente perché gli investitori locali (che rappresentano il 90% del turnover del mercato azionario) sono ancora scottati dal recente crollo delle esportazioni e dalla caduta dei prezzi degli immobili, che hanno gravemente danneggiato il sentiment. Tuttavia, c'è molto denaro in attesa di essere impiegato al rafforzarsi dell'economia e la fiducia dei consumatori, che tende ad essere un indicatore ritardatario, è in miglioramento.

Un'altra ragione per la relativa convenienza dei titoli vietnamiti è la continua esitazione degli investitori stranieri quando si tratta di mercati di frontiera. Gli investitori tendono a preferire l'investimento in mercati dove altri sono già andati prima; i mercati di frontiera vengono presi in considerazione con cautela perché sono meno esplorati dei mercati sviluppati e sono ritenuti meno liquidi e più burocratici.

Sebbene sia vero che il mercato azionario vietnamita è meno liquido di quello dei mercati sviluppati, è più liquido di quello di molti grandi paesi emergenti. Questo mercato scambia in genere più di 1 miliardo di dollari al giorno, il secondo importo più alto tra i 10 Paesi ASEAN e quasi cinque volte più alto di alcuni Paesi emergenti affermati come il Messico. La liquidità del mercato azionario vietnamita è destinata ad aumentare con il consolidamento dei cambiamenti normativi e tecnologici precedentemente citati.

La burocrazia è un ostacolo. In Vietnam può essere necessario molto tempo per realizzare qualcosa. Da questo punto di vista, questo Paese è in ritardo rispetto alla Cina, dove le autorità possono pianificare ed eseguire grandi progetti infrastrutturali in tempi molto brevi. Tuttavia, il governo vietnamita sembra intenzionato ad affrontare questo problema. In un discorso al Parlamento a novembre, il Primo Ministro Pham Minh Chinh ha ammesso che la burocrazia è un peso per le imprese e si è impegnato a snellire le procedure amministrative obsolete per sostenere le aziende e stimolare la crescita. Vale anche la pena notare che gli investimenti infrastrutturali vietnamiti in percentuale del PIL rimangono quasi il doppio di quelli dei rivali regionali come la Thailandia e la Malesia.

Un ultimo fattore di sottovalutazione dei titoli vietnamiti è l'inefficienza del mercato. La relativa mancanza di investimenti esteri nei mercati di frontiera, e di copertura da parte degli analisti, fa sì che i prezzi non sempre riflettano accuratamente i fondamentali. Sviluppi positivi come quelli descritti sopra potrebbero richiedere un po' di tempo prima di riflettersi sui prezzi delle azioni.

Le riforme sono la chiave per sbloccare la crescita

Sarebbe auspicabile un ulteriore intervento per ridurre la burocrazia. All'inizio di quest'anno, l'Assemblea nazionale ha approvato una nuova legge fondiaria, volta a rimuovere gli ostacoli che rendono difficile per gli investitori esteri accedere al settore immobiliare. La legge entrerà in vigore a gennaio del prossimo anno. A fine marzo, poi, la Commissione di Stato per i Titoli, l'autorità di regolamentazione del mercato azionario vietnamita, ha pubblicato una bozza di modifica della normativa che affronta gli ostacoli agli investimenti esteri. C'è ancora molto lavoro da fare, ma è un passo nella giusta direzione. L'eliminazione di ulteriori inefficienze, a nostro avviso, sbloccherebbe una crescita strutturale che potrebbe incrementare significativamente il PIL.

Se il Vietnam continuerà a portare avanti le riforme chiave e a rendersi più accessibile (come crediamo), sarà solo questione di tempo prima che un numero maggiore di investitori esteri si lasci convincere dalla sua potente storia di crescita e guardi con maggiore attenzione ai titoli vietnamiti. Per chi fosse interessato, il settore bancario, che attualmente si trova nella fase iniziale di una ripresa ciclica, appare particolarmente carico di attrattiva. Le valutazioni rimangono interessanti perché la ripresa ciclica non è ancora stata scontata dal mercato. La questione principale è l'entità e la durata della ripresa di questo settore. A nostro avviso, i prezzi attuali non riflettono pienamente il suo potenziale.   

Un altro settore interessante è quello della tecnologia dell'informazione (IT). Il Vietnam dispone di molti programmatori altamente qualificati che costano circa il 90% in meno di quelli statunitensi e il 15% in meno di quelli indiani. La disponibilità di programmatori di alta qualità a costi relativamente bassi sta aiutando il Vietnam ad affermarsi come un importante centro tecnologico in questa area geografica. L'ultimo indice Global Services Location della società di consulenza manageriale Kearney, pubblicato l'anno scorso, ha classificato il Vietnam come la settima località più interessante al mondo per l'outsourcing informatico. Nel rapporto si legge quanto segue: "la presenza di importanti aziende tecnologiche dimostra che il Paese è un hub digitale globale, e ciò lo spinge a continuare a qualificare la propria forza lavoro".

Prevediamo che queste tendenze continueranno nei prossimi anni. E sebbene il caso d'investimento riguardante il Vietnam si rafforzerà notevolmente con l’inserimento negli indici dei mercati emergenti di FTSE e MSCI, non dipende da essi. Sono già in corso molti sviluppi positivi che, a nostro avviso, rendono il Vietnam una delle opportunità di investimento più interessanti al mondo.

 

 

 

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Portafoglio, gestito attivamente, di circa 50-80 aziende di alta qualità fortemente orientate alla crescita, selezionate nei mercati di frontiera. Il fondo punta a offrire un'esposizione dinamica ai mercati di frontiera, ovvero ai Paesi non inseriti negli indici dei mercati sviluppati o emergenti.
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