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Gennaio 2024 / INVESTMENT INSIGHTS

Tre lezioni essenziali in eredità dal 2023

Riflettori puntati sui rendimenti obbligazionari, i “Magnifici 7” e l’inversione di rotta della Fed

Punti chiave

  • I rendimenti obbligazionari sono cresciuti e verosimilmente non torneranno ai livelli prossimi allo zero degli anni 2010, nonostante la transizione verso una politica accomodante segnalata dalla Fed.
  • Alla luce della rilevante sovraperfomance e dell’elevata redditività del capitale proprio evidenziata dalle azioni dei “Magnifici 7”, riteniamo che tali titoli siano da considerarsi come un’asset class a sé stante.

Un altro anno è trascorso e, guardando indietro, il 2023 è stato ricco di insegnamenti. Passiamo ora in rassegna tre punti essenziali che gli investitori dovrebbero tenere ben presenti in questo inizio di 2024.

I rendimenti sono tornati in auge

I rendimenti obbligazionari sono finalmente tornati a crescere. Nel periodo compreso tra il 2013 e il 2021, il valore medio dell’indicatore yield to worst1 era decisamente basso; nello specifico, si attestava al 6,04% per l’indice Bloomberg Global High Yield Bond e all’1,57% per l’indice Bloomberg Global Aggregate. Al 15 dicembre 2023, la crescita era già evidente; l’indicatore segnava infatti 8,36% per l’indice Bloomberg Global High Yield Bond e 3,60% per l’indice Bloomberg Global Aggregate.

Sebbene questi valori possano diminuire, alla luce della recente retorica accomodante della Fed, è poco probabile che i rendimenti obbligazionari ritornino ai livelli prossimi allo zero degli anni 2010, almeno fino a quando l’inflazione rappresenterà una minaccia. I rendimenti attuali, pertanto, possono di nuovo essere utili nei portafogli obbligazionari in questo avvio di 2024. 

I “Magnifici 7” dovrebbero essere considerati come un’asset class a sé stante

Nel 2023 abbiamo osservato un mercato azionario trainato da pochi titoli come mai in passato. I “Magnifici 7”, ovvero il Settebello della finanza che comprende Alphabet, Amazon.com, Apple, Meta Platforms, Microsoft, NVIDIA e Tesla, hanno ottenuto performance stellari sovraperformando nettamente le altre azioni incluse nell’indice S&P 500 e in altri indici azionari globali (Figura 1). Alla luce di questo enorme divario di performance, riteniamo che i “Magnifici 7” dovrebbero essere considerati come un’asset class a sé stante.

Nel 2023 i “Magnifici 7” hanno sovraperformato in misura significativa le altre azioni

(Fig. 1) Raffronto tra le performance complessive da inizio anno delle azioni a grandissima capitalizzazione rispetto alle altre azioni incluse nell’S&P 500 e alle azioni globali

tre-lezioni-essenziali-del-2023

Dal 31 dicembre 2022 al 15 dicembre 2023.

La performance passata non è un indicatore attendibile della performance futura. Queste statistiche non costituiscono una proiezione dei risultati futuri o di performance societarie. I risultati effettivi potrebbero variare significativamente.

Fonti: Analisi di T. Rowe Price sulla base di dati provenienti da FactSet Research Systems Inc. Tutti i diritti riservati. Indici MSCI e S&P. Si veda l’Informativa aggiuntiva.

* Le azioni dei “Magnifici 7” comprendono: Apple, Alphabet, Amazon.com, Meta Platforms, Microsoft, NVIDIA e Tesla. I titoli specifici citati e descritti sono menzionati a soli fini informativi e non costituiscono raccomandazioni. Non rappresenta un investimento effettivo. Non vi è alcuna garanzia che l’investimento nei titoli sia stato o sarà redditizio.

Nel loro insieme, le elevate valutazioni di queste sette società a grandissima capitalizzazione, che rappresentano circa il 30% dell’intera market cap dell’indice S&P 500, hanno in un certo senso “falsato” le valutazioni complessive delle azioni USA. Sebbene, prendendo a riferimento la data del 18 dicembre 2023, queste elevate valutazioni siano andate a braccetto con un analogo alto grado di redditività del capitale proprio, il vero quesito da porsi è se i “Magnifici 7” saranno in grado di mantenere il livello di redditività ed efficienza che hanno evidenziato finora.

La Fed segnala un’inversione di rotta sui tassi

I sorprendenti messaggi accomodanti pervenuti dal Federal Open Market Committee a conclusione della riunione di dicembre, ovvero un possibile picco nel sentiero dei rialzi dei tassi insieme a proiezioni economiche meno positive, hanno rappresentato uno tra gli eventi più significativi dell’anno scorso. In uno scenario segnato dall’impegno della Fed volto a debellare lo spauracchio inflazione, nel 2023 gli investitori hanno temuto che l’impatto della politica monetaria più restrittiva trascinasse l’economia USA in recessione. Il presidente della Fed, Jerome Powell, di recente ha comunicato che la Fed in ottica futura avrebbe dedicato pari attenzione alle due componenti del suo mandato, vale a dire la stabilità dei prezzi e il sostegno all’economia per conseguire la piena occupazione; tutto ciò significa che le probabilità di registrare una recessione nel 2024 sono scese in maniera significativa.

I toni accomodanti della Fed riducono le probabilità di entrare in recessione

(Fig. 2) Tasso effettivo sui Fed funds e quotazioni di mercato rilevate dai futures

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Dal 31 dicembre 2020 al 15 dicembre 2023.

I dati storici non sono un indicatore attendibile dei risultati futuri. I risultati effettivi possono discostarsi in modo sostanziale dalle stime prospettiche.

Fonti: Bloomberg Finance L.P.

Seguiremo con molta attenzione questi temi con la mente rivolta ormai al 2024, aggiornandovi di conseguenza sui loro effetti concreti.

Informazioni importanti

Il materiale ha solo scopo informativo e/o di marketing e non è un consiglio o una raccomandazione di investimento. Consigliamo ai potenziali investiori di richiedere una consulenza legale, finanziaria e fiscale indipendente prima di assumere qualsiasi decisione di investimento. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il valore di un investimento puó oscillare e gli investitori potrebbero non ottenere l'intero importo investito.

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